Industria 3° trimestre 2022

Calo della domanda e produzione in rallentamento

Secondo l’indagine VenetoCongiuntura condotta a ottobre su un campione di più di 1.600 imprese con almeno 10 addetti e un’occupazione complessiva di oltre 74.000 addetti, nel terzo trimestre 2022 la produzione ha registrato una variazione congiunturale destagionalizzata positiva pari a +0,8% (-6,4% la variazione non destagionalizzata). Tale andamento è confermato da un portafoglio ordini che non crolla (60 giorni) e da un grado di utilizzo degli impianti che resta sugli stessi livelli del trimestre precedente (74%). Il confronto rispetto allo stesso periodo del 2021 invece dà segnali di rallentamento dell’attività manifatturiera: la produzione tendenziale ha registrato un +3,1% rispetto al +6,2% dello scorso trimestre.

A livello settoriale spiccano le variazioni tendenziali più marcate della produzione dei comparti marmo, vetro e ceramica (+6,7%), alimentare, bevande e tabacco (+6,6%) e carta e stampa (+6%). Positive anche le variazioni di macchine ed apparecchi meccanici (+3,9%) e gomma e plastica (+3,5%) come anche quelle di legno e mobile (+2,8%), macchine elettriche ed elettroniche (+2,6%) e metalli e prodotti in metallo (+1,2%) che però si collocano appena sotto il dato medio regionale. Continuano a mostrare sofferenza invece i settori mezzi di trasporto (-2,5%) e tessile e abbigliamento (-3,9%) che registrano variazioni negative.

Nonostante il calo dei consumi interni e il rallentamento della domanda globale facciano salire le preoccupazioni di un possibile ridimensionamento degli ordini sia sul mercato interno sia soprattutto sul mercato estero, le attese degli imprenditori per fine anno rimangono positive e registrano un assestamento rispetto alle previsioni del trimestre precedente. In media, la quota di imprenditori che scommettono sull’aumento della produzione tra ottobre e dicembre è pari al 46% (era 41% nel secondo trimestre 2022), 30% (era 34%) è la quota di imprenditori che prevede una situazione di stazionarietà e 24% (era 25%) quelli che si attendono una diminuzione. Molta più incertezza si registra, invece, nelle previsioni sul tono della domanda, sia interna che estera: le attese si equidistribuiscono nelle tre posizioni di crescita, stazionarietà o flessione.

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