Industria 4° trimestre 2022

Rallentamento della produzione: variazione tendenziale nulla

Secondo l’indagine VenetoCongiuntura condotta a febbraio su un campione di più di 1.600 imprese con almeno 10 addetti e un’occupazione complessiva di oltre 73.000 addetti, nel quarto trimestre 2022 la crescita della produzione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente risulta pari a zero. La variazione destagionalizzata della produzione rispetto al trimestre precedente ha registrato una diminuzione del -0,9% (+3,3% la variazione non destagionalizzata).

Il grado di utilizzo degli impianti resta molto buono, superiore al 75%.

A livello settoriale gli andamenti della produzione sono divergenti. Soffre più di tutti un settore energivoro come la gomma plastica (-3,6% su base annua) che ha risentito in particolare di criticità negli approvvigionamenti di prodotti chimici e delle difficoltà legate all’automotive. In flessione anche diversi settori legati ai beni di consumo, a causa dell’inflazione: sistema moda, industria alimentare, legno arredo (che risente, assieme a parte della carpenteria in metallo, anche del principio di stallo delle costruzioni). Fra i beni di consumo, però, vanno bene l’occhialeria e l’orafo (rispettivamente, +4,0% e +5,5%). L’industria dei mezzi di trasporto chiude l’anno con un rimbalzo del +8,5%, ma aveva accusato flessioni importanti nei due trimestri centrali dell’anno (-3,9% nel secondo trimestre, -2,5% nel secondo). Il settore dei macchinari industriali riesce a mantenere la produzione su importanti ritmi di crescita per tutto il 2022: chiude l’anno con una variazione tendenziale del +5,5%, in recupero sul terzo trimestre (+3,9%) e non molto distante dalle performance della prima parte dell’anno (+7,5%).

Le aspettative degli imprenditori delle imprese del settore manifatturiero veneto per il primo trimestre dell’anno sono cautamente ottimiste: il 45% delle imprese venete prevede un aumento della produzione, contro il 22% circa di indicazioni negative, mentre un terzo dei giudizi ipotizza una stabilizzazione del ciclo economico. Anche la domanda estera, più esposta all’incertezza di scenario, è vista in ripartenza dai nostri imprenditori: è in aumento per il 43% degli intervistati, contro appena il 15% che indica una flessione.

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